Svegliarsi al mattino con il trillo incessante del telefono proprio mentre sognavo che Spen mi faceva la sua solita chiamata mattutina, quella di un tempo almeno. E nel dormiveglia mi aspettavo la sua voce, la voce della gente che va verso la metro, il rumore all'interno dello Starbucks.. invece era mia madre che urlava "Dove seiiii!" Mi sono addormentata. Il Jet lag mi sta uccidendo. Dormo di giorno e sono sveglia la notte. E' un bel problema contando che sono tornata ad aiutare mia madre, lavoricchiare nel solito studio del solito notaio... fa un freddo pazzesco, ma almeno c'è un bel sole color arancio al mattino, che colora di incredibili sfumature rosa e violette l'aria tersa e ghiacchiata. Mi godo il mio rientro. Mi godo la mansardina tutta per me. Mio fratello, che quest'anno ha una donna e l'ha persino portata al pranzo di natale, festeggia il capodanno a Chigaco. Assurdo direi. Un Invernizzi arriva e un Invernizzi parte. Gli States ringraziano. Mi godo la schiuma morbida del cappuccio e il burro della brioches del bar in centro, la faccia di mia sorella quando ordino un matchafrappucino, i regali, gli ziie i parenti in un andirivieni che mi fa smogliare a un dottore che riceve in studio un paziente ogni mezz'ora, il cinema di natale con Andrea che m invita a sorpresa. Ho detto sì nonostante il silenzio sceso e la faccia preoccupata di mia madre. Al buio del cinema gli ho detto in un soffio "Sai che resto in Italia vero? Non parto più." Ho visto solo che si è girato a fissarmi, mentre la luce artificiale dello schermo rischiarava la sala.
Mi godo le mie amiche ex compagne del corso di danza classica, mi godo la cucina di mia madre, mi godo l'aitare mia nonna a fare i gomitoli di lana, le risate dei mie cuginetti, lo sguardo di mia sorella quando pensa che sono distratta. E mi godo anche questo silenzio, questa quiete.
Non penso a Spen. Almeno mi sforzo di non farlo con troppa continuità.
Mi manca come mi mancherebbe un arto. Sento che anche lui prova la stessa cosa, non so come ma è così. E' assurdo lo so, ma quando abbiamo di mezzo l'oceano diamo il meglio di noi stessi.
Abbiamo parlato, prima della mia partenza. Io ho pianto. Insomma, era lampante quanto fossimo al capolinea. E' finita. Stavolta è finita.
So che non troverò mai più un uomo così. In un certo senso è stato davvero l'amore della mia vita. Ed ero a pezzi sul cab, sul volo.
Cerco di curarmi, lentamente. Il tempo, mi ci vuole tempo.
Presto cecherò un lavoro, un lavoro serio. La cosa mi spaventa e non poco.
E presto chiuderò in maniera definitiva questo blog, che oramai non ha più senso. Non sono più in America e nemmeno ci tornerò.
Conto di aprirne un altro, tutto italiano, e vi darò qui il link.
Nel frattempo vado dai tortellini fumanti che mi chiamano.
giovedì 29 dicembre 2011
venerdì 23 dicembre 2011
Sono a casa
Sono al sicuro.
Tutto il resta non conta.
Non so se aggiornerò il blog a breve.
Per cui... tanti tanti auguri, a tutti voi.
Di serenità, salute, gioia, amore, abbondanza, ma sopra ogni altra cosa io vorrei poter augurare, quest'anno, la speranza: qualcosa di raro, prezioso, bello.
Buon Natale. Di cuore.
Tutto il resta non conta.
Non so se aggiornerò il blog a breve.
Per cui... tanti tanti auguri, a tutti voi.
Di serenità, salute, gioia, amore, abbondanza, ma sopra ogni altra cosa io vorrei poter augurare, quest'anno, la speranza: qualcosa di raro, prezioso, bello.
Buon Natale. Di cuore.
giovedì 22 dicembre 2011
mercoledì 21 dicembre 2011
Ore
In perfetto stile da vigliacca quale sono non trovo il modo per parlargli. Eppure devo. Domani parto. Sto facendo le valigie di tutta la mia roba e mi stupisco a capire quanta sia...negli anni ho accumulato una marea di assurdità e cose del tutto inutili. Qualcosa entro stasera lo devo spedire perchè non riesco a trasportare tutto, qualcosa l'ho già lasciato alla Vale, altre cose le lascerò qui.
Domani sarà l'ultima alba che vedrò su New York da questi vetri perennemente chiuse.
Ricordo quanto stavo male quando chiudevo gli scatoloni a Dallas, quanto piangevo come una scema mentre leggevo per l'ennesima volta gli sms dell'Uomo dei Silenzi barra Kings of Paraculs. Ecco, vorrei star male come allora. Perchè quel dolore sarebbe nulla in confronta a quello che adesso sento. Forse quello lo potrei sopportare. Per quelo avevo Spen, avevo Ash, avevo il mio lavoro, la mia casa, la mia famiglia texana. Ora qui ho solo finestre chiuse e il mio riflesso.
Gli ho scritto una lettera, almeno una bozza. Nel caso in cui proprio io non riesca. Ma devo parlargli.
So che parte per Londra il 23.
Mi manca il tempo.
Domani sarà l'ultima alba che vedrò su New York da questi vetri perennemente chiuse.
Ricordo quanto stavo male quando chiudevo gli scatoloni a Dallas, quanto piangevo come una scema mentre leggevo per l'ennesima volta gli sms dell'Uomo dei Silenzi barra Kings of Paraculs. Ecco, vorrei star male come allora. Perchè quel dolore sarebbe nulla in confronta a quello che adesso sento. Forse quello lo potrei sopportare. Per quelo avevo Spen, avevo Ash, avevo il mio lavoro, la mia casa, la mia famiglia texana. Ora qui ho solo finestre chiuse e il mio riflesso.
Gli ho scritto una lettera, almeno una bozza. Nel caso in cui proprio io non riesca. Ma devo parlargli.
So che parte per Londra il 23.
Mi manca il tempo.
sabato 17 dicembre 2011
Giorni
Nella sfavillante città, bisogna ormai ammettere quello che è: non sono mai stata una brava ragazza. Anzi. Ero e sono la peggio cosa che poteva capitare a un uomo.
La dolcezza credo sia d'un tempo festosa e confortevole.
Stasera io esco. Non mi cercate.
La dolcezza credo sia d'un tempo festosa e confortevole.
Stasera io esco. Non mi cercate.
martedì 13 dicembre 2011
Oggi lasciatemi a casa
Io sono in crisi. Ormai credo sia l'unica cosa certa. Sono in crisi da tempo, troppo. Lavoro molto, con orari assurdi, apposta per stancarmi e non pensare. Ma non riesco più a fare nemmeno quello.
Ho riflettuto ancora una volta su questa relazione, sulla mia vita.
Non so ancora che sarà di me a gennaio, a livello lavorativo. E questo preclude buona parte della mia immaginazione, soprattutto quella riguardante il visto. Ho pensato molto anche alla mia vita sentimentale.
Non ho più intenzione di chiedere a lui di rinnovare il mio visto per fidanzamento. Non ho più intenzione di chiedergli niente. Dal Thanksgivings ormai non mi parla più. Non viene quasi più a casa e quando lo fa non mi degna di uno sguardo, una parola. Sabato sera non è rientrato. Non ha avvisato. Io sono andata al locale tedesco, ho lavorato un pò e poi sono ho fatto nottata con Hans. Ho dormito a casa sua, in una sorta di tugurio minuscolo, in due su un divano letto nell'unica stanza. Ho dormito e basta. Mi sono svegliata con la sua erezione che premeva sul mio sedere e ho sdrammatizzato dando la colpa al mattino. Hans, con puro spirito crucco, ha sottolineato che il mattino non centrava nulla.
Non ho voluto aggiungere casini ad altri casini e sono tornata nella gabbia dorata di midtown. Sola. Io sono arci stanca di vivere così, di vivere da sola, di vivere solo di lotte, silenzi, litigi, ripicche, colpa tua colpa mia, amici chenon mi vanno, serate che non mi vanno.
SOno venuta in America per fuggire da una vita così, per avere il meglio, per respirare e per godere dell'azzurro e del rosa del cielo.
non è stata una scelta semplice. Ma ho deciso.
Torno in Italia. Non so come ma torno. Capovolgo il mondo ancora una volta.
Raccolgo tutto e me ne vado da qui, lo lascio e me ne vado.
Sono a pezzi al solo pensiero. Non so come farò.
Non lo so.
"Avrei voglia di andare anch’io in qualche posto con tanta gente, ma mi fa freddo uscire al di fuori di me."
(Valentina Diana)
Ho riflettuto ancora una volta su questa relazione, sulla mia vita.
Non so ancora che sarà di me a gennaio, a livello lavorativo. E questo preclude buona parte della mia immaginazione, soprattutto quella riguardante il visto. Ho pensato molto anche alla mia vita sentimentale.
Non ho più intenzione di chiedere a lui di rinnovare il mio visto per fidanzamento. Non ho più intenzione di chiedergli niente. Dal Thanksgivings ormai non mi parla più. Non viene quasi più a casa e quando lo fa non mi degna di uno sguardo, una parola. Sabato sera non è rientrato. Non ha avvisato. Io sono andata al locale tedesco, ho lavorato un pò e poi sono ho fatto nottata con Hans. Ho dormito a casa sua, in una sorta di tugurio minuscolo, in due su un divano letto nell'unica stanza. Ho dormito e basta. Mi sono svegliata con la sua erezione che premeva sul mio sedere e ho sdrammatizzato dando la colpa al mattino. Hans, con puro spirito crucco, ha sottolineato che il mattino non centrava nulla.
Non ho voluto aggiungere casini ad altri casini e sono tornata nella gabbia dorata di midtown. Sola. Io sono arci stanca di vivere così, di vivere da sola, di vivere solo di lotte, silenzi, litigi, ripicche, colpa tua colpa mia, amici chenon mi vanno, serate che non mi vanno.
SOno venuta in America per fuggire da una vita così, per avere il meglio, per respirare e per godere dell'azzurro e del rosa del cielo.
non è stata una scelta semplice. Ma ho deciso.
Torno in Italia. Non so come ma torno. Capovolgo il mondo ancora una volta.
Raccolgo tutto e me ne vado da qui, lo lascio e me ne vado.
Sono a pezzi al solo pensiero. Non so come farò.
Non lo so.
"Avrei voglia di andare anch’io in qualche posto con tanta gente, ma mi fa freddo uscire al di fuori di me."
(Valentina Diana)
domenica 11 dicembre 2011
mercoledì 7 dicembre 2011
giovedì 1 dicembre 2011
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