Un serata convenzionale, da film americano di quarta categoria, il trucco colato, un migliaio di shottini con non so quale diavoleria dentro. A un certo punto ne ho ordinati quattro non sapendo a chi li avrei offerti, e lo zucchero di canna bruciava sull'arancia e si caramellava e io guardavo questo miracolo alcolico incendiario come ipnotizzata.
Ci passavo la mano sopra e non sentivo niente.
Ho ingoiato il mio accompagnata dal sollievo che portano i tanti gradi della vodka.
Ho pensato che avrei voluto essere a Mosca, da sola, in mezzo alla Piazza Rossa a riflettere sul crollo dell'unione sovietica e sulla mia vita, che non dista poi così tanto dalla demolizione geopolitica dei confini mondiali degli ultimi decenni.
Invece ero in un locale il cui gestore è dichiaratamente nazista, a elargire denari al suo bar e a sentire cawboy canterini del cazzo e giravo per il locale con un'aura di disagio ed imbarazzo così evidenti che ero costretta ogni dieci minuti a uscire, e dopo troppo alcool sono arrivata a sdraiarmi nel prato, e pensare che Mosca era davvero, davvero lontana, e anche i tempi in cui il comunismo poteva farcela, e per un attimo mi sono sentita persa, un puntino dall'alto di un satellite.
Poi ho pensato che non potevo permettermi di sbiadire, non adesso.
Ho pensato che ottenere perdono è una lotta, ma non è l'unica, ché quando non si vuole ascoltare per paura di ammettere le proprie responabilità allora non c'è dialogo.
E se non c'è dialogo allora sì che si è soli.
Due puntini dall'alto di un satellite.
E mi sono sentita infinitamente sola.
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A tutti succede di essere un po’ giù, succede di sentirsi soli con se stessi persi in un mondo che sentiamo non ci appartenga ma poi un giorno, inaspettatemente, questo "stordimento" passa e il sereno torna…un abbraccio
RispondiEliminaEssere consci e consapevoli della propria solitudine non è mai un segno di sconfitta, ma la consapevolezza che non abbiamo persone intorno di cui ci fidiamo o a cui abbiamo voglia di rivolgerci.
RispondiEliminaCome ha scritto qualcuno tempo fa
"la solitudine può essere anche bella, se vissuta come un viaggio all'interno di un tunnel, nel quale sei entrato con la nebbia che ti avvolgeva e dal quale esci ritrovandonti immerso nella luce, quella che solo la voglia di vivere sa regalare", ma l'autore è un povero deficiente, non so quanto attendibile, lui e la sua isola da vivere in solitudine.............
Guardiano: è un pensiero bellissimo, ti prego non darti titoli immeritati da solo! Come te amo tantissimo la solitudine e la possibilità di riflessione che porta con se, ci sono momenti però, in cui il piccolo dolore che abbiamo nell'anima si fa più presante... cmq passa, e presto andrà meglio.
RispondiEliminaTi mando un abbraccio fin sulla tua isola!
Arrivato a destinazione l'abbraccio e ricambio con uno che ti sorprende ti regala un attimo di serenità sin nei lontani States, Texas, Dallas, in pratica una coccola a domicilio.
RispondiEliminaquesto post è bellissimo....malinconico, ma davvero bellissimo, sappilo!
RispondiElimina:*
RispondiEliminabellissimo, davvero
Sara e Quenn: grazie, grazie, grazie di cuore! Io scivo sempre di getto e poi quando lo rileggo mi pare un goviglio di sensazioni, pensieri e emozioni inutili, grazie infinite a voi che avete tempo voglia e pazienza di vedere la forma e la sostanza! di cuore.
RispondiEliminamai come in questo periodo ti posso capire... concordo con chi mi ha preceduto però, a volte sentirsi soli stimola la riflessione e sovente anche l'ingegno. Non mollare!!!
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