Fumo di nascosto. Non posso aprire le finestre e fumo chiusa in bagno. Poi accendo la ventola e tento di smuovere l'aria con un giornale.
Esco la mattina e fumo al Central Park. Pranzo sempre fuori e fumo come un'ossessa, dove si può, si intende. Mi sento triste quanto devo rientrare in casa e così fumo ancora.
E ovviamente lui se ne accorge sempre. Si incazza come una bestia.
Urla. I miei vestiti puzzano di fumo, le lenzuola puzzano di fumo, i cuscini puzzano di fumo, le mie mani puzzano di fumo.
Io sto zitta e non dico mai niente, sostengo il suo sguardo, dura, spigolosa, appuntita. Allora lui lo distoglie e smette di urlare.
Passiamo giornate intere così. In silenzio.
Solo la notte mi parla dicendo "spogliati" oppure, a volte, nemmeno quello e facciamo l'amore come animali, rabbiosi, brucianti di febbre. Mi addormento girata dal fianco opposto e se mi sfiora scosto la sua mano.
Al mattino apro gli occhi e lui sta uscendo di casa, vestito di tutto punto. Chiudo gli occhi fingendo di dormire ancora e passa a darmi un bacio lieve, in fronte, come fossi una bambina stupida, a volte sulle labbra.
Poi lui esce per andare al lavoro e sento negli occhi un velo umido, che scende lesto a bagnare il cuscino.
Non tutti i giorni è così. A volte ci parliamo. Sembriamo quasi esseri senzienti, civili. A volte sono già sveglia dalle quattro e giro per casa come un fantasma, gli occhi vuoti, le braccia lungo i fianchi. Poi mi vesto e esco con lui, faccio un pezzo di strada fino al caffè e facciamo colazione seduti, insieme, in mezzo agli estranei. Poi prende la metro e scompare al mio sguardo fagocitato da un miliardo di teste multicolor.Io resto sempre in piedi ferma a guardarlo andare via, seguo le sue spalle, i passi lenti, l'andatura quasi sbilenca da modello, immagino lo sguardo alto e fiero fra la massa di gente che lo sfiora. Vorrei poter ancora essere accanto a lui, sentire il profumo dolce della sua pelle fresca di rasatura mischiato all'acqua di colonia da trecento dollari.
E poi mi giro e procedo per le strade grigie, senza meta.
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una riflessione molto intrecciata...ti auguro di trovare la via della luce
RispondiEliminaciao
...ho un déjà vu....rabbioso!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaQua bisogna far qualcosa... va mica bene...
RispondiEliminaMeriti di essere serena, una volta per tutte.
Cavoli, Eleonora, una volta amore faceva rima con cuore ma a leggerti sembra che l'unica rima possibile sia dolore, tanto dolore...perchè?
RispondiEliminainsomma, non puoi vivere con Spencer ma neanche senza di lui? che situazione intricata:(
eppure riesci a farcela vivere con i brividi sulla pelle , la tua storia, attraverso la tua scrittura poeticamente dolorosa, lucida e affilata come un bisturi.
Abbracci cosmici
silvia
concordo con calzino...non va affatto bene qualcosa bisogna fare assolutamente e che è!!!
RispondiEliminaSilvia:grazie per le belle parole e per i complimenti che mi fai sempre (e non solo tu) sullo stile e la scrittura
RispondiEliminaCalzino e Scix: si accettano consigli..vorrei tanto poter fare qualcosa...
Pensa solo che la vita è una sola e breve e folle e fragile e veloce, troppo veloce per farsela scorrere tra le dita così.
RispondiEliminaCazzo è la tua vita Ele, facciamo qualcosa!
Adesso mi metto all'opera, qualcosa mi invento.
:( a New york ti ho pensato molto!
RispondiEliminaun post triste!
RispondiEliminala nostalgia di un lui c'è sempre in molti di questi casi!!!
devi trovare qualcosa che ti appassioni e non dico qualcuno, dico qualcosa..qualcosa che riesca ad alleggerirti l'anima. Hai bisogno di pensare meno, analizzare meno ogni tua sensazione..e viverle senza l'angoscia del dopo.
RispondiEliminaQueen: e di sicuro sei passata sotto a dove abito io adesso...
RispondiEliminaPupottina: eh già...
June: ho bisogno di un lavoro in primis... ma di più, ho bisogni della mia casa, dei miei spazi, della mia vecchia vita...HO BISOGNO DELLA MIA DALLAS... :(
Ma tornarci è impossibile? Cercare nuovamente lavoro là?
RispondiEliminaE come faccio? Con il tasso di disoccupazione che c'è?? Senza contare che tornare là significa troncare questa relazione: lui non lo accetterebbe mai. E motivo terribilmente pratico, da lui dipende anche il mio vivere negli States. Il mio visto è dato dall'essere la sua fidanzata...
RispondiEliminaLui lui lui... ma tu?
RispondiEliminaInsomma, sei così infelice... e ogni tanto ti immagino lì piena di pensieri, di angosce, di lacrime.
Vorrei davvero che arrivasse qualcuno a rubarti il cuore. Per davvero, stavolta.
Io vorrei avere la macchina del tempo, tornare indietro a uqando avevo il mio lavoro in centro, la mia casetta e il mio divano con su lo stampo del mio sedere ossuto, e a quando le sere le condividevo con un altro lui... io a volte ci penso ancora, mi chiedo cosa fa, se gioca con il figlio, se lavora nel ranch... e mi chiedo anche come sarebbero andate le cose se avesse scelto me invece della moglie...
RispondiEliminaNo Eleonora, non farti del male ipotizzando sull'uomo dei silenzi che si è comportato da vero mascalzone. Come Calzino anch'io vorrei che arrivasse qualcuno a rubarti il cuore, a darti la serenità e l'esaltazione della quale tu comunque hai bisogno e che potesse aiutarti anche a sistemare in modo pratico la tua vita.
RispondiEliminaAbbraccio
silvia
Eh... me lo chiedo anche io, ma che senso ha?
RispondiEliminaAdesso bisognerebbe sperare che la tua macchina del tempo proceda solo all'avanti, mai all'indietro.
Parti da un buon punto: sai ciò che vuoi!!ma dipendi da lui..quindi riepilogando devi:
RispondiElimina1.trovare lavoro=indipendenza =guadagno= appartamentino=via da quella casa
2. non pensare + al passato, e concentra le tue energie per arrivare dove vuoi tu..nel futuro
3.il resto si vedrà e come diceva Rossella: Domani è un altro giorno.
Avete ragione donne, ci vuole una svolta, e ci vuole la forza di darsi un'opportunità.
RispondiEliminaDevo, in primis, trovarmi un lavoro. Anche a NYC, ma un lavoro. E poi da lì partirò.
Parafrasandomi, credo di averlo già scritto qui una volta, ho il dono di procrastinare lutti all'infinito, ma che fatica rinascere davvero...