mercoledì 29 settembre 2010

La serpe non cambia pelle.... Non è rimasta un'ombra da inseguire....

Je suis l'empire à la fin de la dècadence
oiui regarde passer les grandes barbares blanc
en camposant des acrostiches indolents
d'un stile d'our òu la laggner du soleil dans


È triste il silenzio, lo è ancor di più quando sei costretta ad accettarlo, quando non hai alternative, quando pensi che sia l’unico modo di dire qualcosa. Nel silenzio sono i ricordi a parlare, le uniche voci che senti sono quelle del passato, un passato fatto di piccoli momenti che ora ti sembrano l’unica cosa per cui valeva la pena vivere tutto questo.

Quando qualcosa improvvisamente finisce, di solito senza una ragione precisa, il mondo che dominavi, di cui eri protagonista ti abbandona, si allontana velocemente. Diventi spettatore della tua stessa vita: riesci a vederti mentre camminavi insieme a lui in quella che era la vostra piazza, ti sembra di risentire la sua voce mentre parla con qualcuno che una volta eri tu, e che adesso è così lontano. Una strana sequenza di foto in bianco e nero che raccontano la vostra storia, piccoli dettagli di cui non riesci a liberarti e che rivivi con doloroso piacere. Il dolore ha un certo fascino, viviamo tutta un’intera vita alla ricerca della felicità, e quando finalmente ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente bello lo affrontiamo con un tale timore che tutto si trasforma in ansia e paura. Abbiamo paura di essere felici, non lo crediamo possibile e scappiamo. Forse aveva ragione Wilde quando diceva che la sola cosa peggiore di non ottenere ciò che si desidera è ottenerlo; come se l’importante non fosse raggiungere l’obbiettivo ma vivere in funzione di questo senza mai toccarlo veramente, accontentandoci solo di sfiorarlo timidamente e poi lasciarlo andare, per cercarlo ancora e ancora. Anche se non so in che modo avrei potuto evitare tutto questo mi sento proprio una stupida; ti ho lasciato andare via così, senza appello, quando tutto sembrava perfetto…almeno credo. Se è vero che l’amore non è una condizione ma una scelta, un ‘arte; allora tu, mio piccolo dolcissimo stronzo, sei la mia opera più bella, la più tormentata, la più vera.

Volevi che ti regalassi un mio quadro, bèh…ti ho dato qualcosa di più di una tela , in silenzio ti dono i miei occhi, il mio modo di vedere il mondo con le sue forme e i suoi colori… è il coraggio che ti manca.

Bon Voyage...

6 commenti:

  1. Ti auguro di rileggere queste belle parole - bellissime - un giorno, e di farti una grassa risata.
    Una risata che significherà "per fortuna che ti ho perso, grazie a quel giorno ora sono cento miliardi di volte più felice".
    Fino ad allora, però, c'è da portare pazienza... e in questo caso...
    "Io mi adatto alle cose malmesse. Se qualcosa non è a posto di fronte a me, mi metto a posto io". Anche se non eri d'accordo ;)

    ti abbraccio

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  2. Mi sembra che questo sia un prima passo verso "lo stare bene"...stringi i denti e vai avanti a testa alta!

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  3. Eileen sono sempre al tuo fianco, vai avanti così tesoro!!!
    Un abbraccio fortissimo,
    Heidi

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  4. Vado vado... dove non so ma vado! :))

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  5. Io sto con Calzino e cerco, a mio modo, di starti vicino!

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  6. considera il mio commento come un copia e incolla di quello di Calzino...

    ho appena chiuso una non-storia con un uomo-se così si può definire- che il coraggio non sa neanche cosa sia!

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