venerdì 29 gennaio 2010

New York thinking

Sono a pezzi.
Lo ripeto in continuazione nella mia testa, come monito per ricordare che da qui posso solo salire.
Ringraziando un dio in cui ho smesso di credere ante prima comunione se ne è andato.
Il buco che ha lasciato è un cratere.
Questa volta è stato un addio, una cosa seria, coi controcoglioni, con le lacrime, con il respiro che mi mancava, con il cuore impazzito nel petto. Erano millenni che non provavo nulla del genere. Emozioni.
La sua faccia da cane bastonato, il suo dolore di controparte, la sua gigantesca dignità inglese. Silenzio. Una casa vuota, muta. A volte tutto questo mi sovrasta e andare al lavoro, alla "Ewing Oil" come l'ha ribattezzata mia sorella, mi ricorda che devo vivere, andare avanti a contare, numerini, fatture, una dietro l'altra dalla Terra alla Luna.
Sono di nuovo sola, e piove, diluvia e fa un freddo cane.
Ma io so, sentoche è giusto così, che non si può obbligarsi ad essere quello che non si è, che non si può inventarsi da un giorno alla notte un amore che non c'è o curare un dolore vecchio di un decennio, radicato dentro come un cancro, non si pu ò rinchiudersi entro quattro mura e fingere che vada tutto bene.
Io devo, devo, devo, trovare una strada, qualcosa che mi scuota da questo torpore, che mi faccia sentire, che mi renda capace di provare cose, emozioni, sentimenti.

Intanto oggi pomeriggio sono a casa, grazie a quel dio di prima a cui non credo a volte il venerdì pomeriggio posso stare a casa. Ho bisogno di dormire prima di tutto.
E poi, dulcis in fundo, lunedì devo andare a Houston; sono una contabile in prestito in una azienda minuscola affiliata che si incasina spesso. Per cui ho una settimana di merda davanti a me a Houston.
E ho Andrea che mi manda almeno due mail al giorno.
E poi devo ricominciare da me.
Tifo per me.
Eileen.
Buona settimana a tutti, scusate l'assenza.

domenica 24 gennaio 2010

About my sad

E' domenica persino a Dallas. Sono sconvolta. Sapete perchè??
No certo che no.
Ieri sono uscita, nonostante la pioggia, mi sono buttata in una mega libreria del centro dove tengono anche libri in italiano, una rarità qui, e sebbene ormai sia abituata a leggere narrativa in una lingua che non mi appartiene avevo voglia di letteratura natia. Torno a casa, parcheggio al mio solito posto, corro fino all'ingresso mentre piove e...e lui era lì, davanti alla porta, che si riparava con un giornale...Spencer.
Nessuna mail o telefonata o sms di avviso, nulla.
"Ma in Texas non c'era sempre il sole??" dice.
Non so che pensare. Tutto questo mi confonde ancora di più.
Non abbiamo dormito un minuto.
Sono distrutta. Ho solo voglia di piangere, piangere e piangere.


"Eileen, senza di te non ce la faccio, mi sforzo, ma non ce la faccio..."

Non so cosa dire, non so cosa provare...
"Io non provo niente, Spencer. Niente."
Gli e l'ho detto.

Una parte di me spera riparta subito, l'altra spera non riparta più.

sabato 23 gennaio 2010

Ironic, don't you think??

Sono stata molto a pensare se pubblicare o meno questo collage di mail, ma alla fine ero esausta dal rileggere tutto e ho deciso di mostrarlo al mondo (uh!che modestia!) almeno mi direste la vostra e la mia testa, forse, prenderà altre nuove meravigliose direzioni...
(per amor di puntigliosità premetto che ho deciso di omettere le parentesi e i puntini che indicano un salto di testo altrimenti facevo nottata, insomma è un rimaneggiamento mio che unisce più parti conservandone il senso e l'originalità.
Dove metto E. indica il mio nome autentico italiano, che mi devasta a sufficienza)

Ma a te sembra che siano passati quanti? sette anni?? A me sembra ieri sai, ieri che passavamo le domeniche stra piene di nebbia da Cesare e i sabati sera al Nice One che tu odiavi, ora nemmeno si chiama più così sai, e a volte ci vado ancora. Perchè tu sei andata via, e tante volte ho pensato che la tua fosse la decisione più facile, io son rimasto qua, inchiodato se vuoi, a vivere negli stessi identici luoghi in cui vivevo con te, in cui vivevi tu, con una sorte di tuo fantasma che non sono ancora riuscito ad annegare nel tuo fiume. Ho sempre voluto pensare che tu sia scappata, anche se devo ammettere che non ho mai ben capito da cosa, ho fatto ipotesi, tante, da spaccarmi la testa, ma restano ipotesi perchè tu non me lo hai mai voluto dire. Mi hai tagliato fuori E., ma io ho ripensato a tutto così tante volte... non posso dire di non aver sbagliato niente, chi può dirlo? Ma ci ho provato E., ci ho provato sempre, tu invece credo che per un pò ci hai provato insieme a me, poi non so, come se fosse scattato qualcosa in te, qualcosa che di sicuro è entrato in te con quel rifiuto ostinato del cibo, ma poi credo abbia preso un altra via, e hai smesso di tentare; hai tollerato, me i miei i tuoi lo studio tutto, finchè hai potuto e poi alla fine sei scappata via. Per un pò ho sperato che fosse una fse sai, un periodo, che poi saresti tornata nella tua amata Pavia, o quando ho saputo che eri a Venezia ho sperato che mi avresti voluto lì, alla fine mi ero messo pure a fantasticare di andar a vivere a Venezia con te, in un appartamentino piccolissimo molto bohemienè, ma poi tua madre ha detto a mio padre che eri andata a stare in Texas, e lì mi è crollato tutto, ho capito davvero che ti avevo perso.
Ho fatto anche io tante cose nella tua assenza, non so cosa ti sia arrivato tramite tua madre; ho capito che non volevo fare il notaio, e nella preoccupazione generale di essere già stato mollato da una brava ragazza come te mi sono iscritto nuovamente all'università. Lettere antiche. Assurdo lo so. Eppure mi è piaciuto tantissimo e ho persinbo dato un senso ai miei studi classici. Ho insegnato poi, un giro di supplenze nello sconforto dei miei familiari, e alla fine sono rimasto disoccupato come tanti, troppi precari della scuola, e mi son messo a fare in notaio, seppure controvoglia. Rido se ci penso, credo di essere l'unico notaio rifiutato dalla fidanzata perchè notaio che non vuole fare il notaio e alla fine finisce per farlo lo stesso! Almeno in casa ora son tutti più sereni e han smesso di assillarmi.
Poi ho avuto altre ragazza, due ad essere preciso, e anche qui, ironia della sorte E., mi han mollato entrambe pure loro. E' stato difficile superarti, andare oltre la tua assenza, insomma dal liceo non ci sei stata che tu. Poi ho incontrato Giuliana, frequentava anche lei Lettere Antiche a Pv, siamo stati insieme un paio d'anni, ma io non c'ero granchè. Continuavo a dimen ticarmi i suoi gusti, le sue preferenze, e a volte le facevo regali che non le piacevano. Sai perchè? Perchè erano i tuoi gusti. Lo so è assurdo. Una volta le ho anche detteo che non le piaceva il caffè, e lei si è meravigliata e mi dice no mi piace molto il caffè, invece ho realizzato poi che era a te che non piaceva. Ero fermo su di te. Mi è capitato persino di chiamarla E., e a quel punto lei ha capito. E mi ha mollato poco oltre. E dopo un annetto circa ho conosciuto un'altra ragazza,decisamente troppo giovane per me e mi sentivo autorizzato quindi a non metterci troppo di mio, e lei alla fine si è stancata per farla breve, e seppur a malincuore se ne è andata.
Me lo sono chiesto tante volte, come fare a girare pagina, a lasciarti andare del tutto, e non so se ci sono davvero riuscito poi. non so nemmeno come sei fisicamente ora, ci penso , ma non riesco a immaginarti così lontana, nel Texas, da sola, che lavori in una grande compagnia americana, che torni a casa nel traffico, fai la spesa, cose normali ma credo che un posto come l'America renda tutto diverso, speciale forse. Tua madre parla spesso di te, senza pietà a volte, so che lei non avrebbe voluto altro che io e te ci sposassimo, forse addirittura più dei miei genitori, ma a volte no si rende conto di quanto male mi facciano le sue parole, i saluti che mi riporta e che so non essere veri, e spesso questo mi porta a chiedermi cosa pensi tu. A cosa pensi tu. Insomma ci sono ancora io E.? Anche in unaparte minuscola dentro di te? Anche in un posto lontano come il Texas?
E., il Texas per me non è abbastanza lontano sai, per te lo è, lo è stato?

giovedì 21 gennaio 2010

Stamattina, ore 5.20

...che dire, sotto questo cielo?...

mercoledì 20 gennaio 2010

Girls just wanna have fun??

Sono inquieta, resto inquieta. Mia sorella scrive torni per questa estate? Andiamo a Jesolo io e te. Mangio schifezze grondanti di cioccolato. Ho bisogno di affetto??
Da Pavia continuano le mail, ormai son giornaliere. Non so che pensare. Io riposndo pochissimo, e nemmeno commento o rispondo a tutto quello che mi dice. E' imbarazzante. E poi davvero, mi sembra di fare un salto indietro di anni, e non lo trovo nemmeno giusto, voglio dire, tutta la strada che ho fatto da allora, tutto quello che ho passato vissuto non lo posso mettere da parte così, far finta che sia cancellato, far finta di non aver visto stelle cadenti da allora, di non aver preso tanti, troppi aerei e fatto migliaia di km sull'oceano, far finta che non ci siano mai stati i cieli del Texas! Io non ci riesco.

lunedì 18 gennaio 2010

Ho sognato Andrea. Ancora. Merda.

Although blood may be thicker than water, love is thicker than blood.

sabato 16 gennaio 2010

Eyes of Tiger in the middle of heart

Oggi devo uscire. Devo. Per amore proprio. Sto chiusa qui a far la muffa.
Ci ho pensato e alla fine la mia casetta adorata è una sorta di rifugio. Sto chiusa qui, spengo le luci e accendo candele, leggo, guardo film, scrivo. E mi piace lo ammetto, mi piace tanto e quando sono in giro, a pranzo o al lavoro la cosa che più desidero e tornare qui e star da sola. I primi tempi in cui mi sono trasferita avevo più vita sociale. Ora non è che non ho gente con cui uscire, amici, anzi, mi invitano (soprattutto dal mio ritorno da New York) ma rifiuto sempre. Non so poi perchè. Alla fine da quando sono qui sono ancora più sola. E me lo sono cercata lo so bene. La differenza della mia vita italiana è lampante. A Pavia i miei eran sempre disperati perchè ero sempre in giro. A Venezia poi non ne parliamo, facevo nottate a Jesolo, in giro per campi o semplicemente a guardare l'alba. E poi andavo a lavorare inteso, e cazzo, ero lucidissima, davo il massimo. Ora sarei bollita. Ma non è questo il punto, il punto è che sto facendo l'eremita, e non mi va. Per cui oggi mi fionderò nella meraviglia di un centro commerciale, in una profumeria ho deciso, e poi girerò tutti gli scaffali del Mart con la scusa di comprare tre pomodori. Lo so, odio il Mart. Ma è questo il punto. Devo semplicemente uscire di qui.

lunedì 11 gennaio 2010

riflessioni del lunedì

Sono cotta. Cerco documenti che non trovo, cerco fidanzati che non ho più, scrivo e rispondo a mail dall'Italia con furore, mia sorella, mia madre, mio fratello (incredibile e indicibile), Andrea. Andrea. Ancora Andrea. Oddio. Fa un freddo porco in Texas. Il freddo mi fa male, male alle ossa e allo stomaco. Non sto troppo bene, mi sa che ho la febbre. E mentre cercavo quei stramaledetti file di protocollo fatture (che non ho mica ancora trovato!) pensavo solo all'uomo ideale, il mio uomo ideale, ovviamente se escludiamo Orlando Bloom:
1)alto, moro, evidentememnte muscoloso ma non rigonfio o palestrato, occhi possibilmente verdi;
2)non necessariamente benestante ma che lavori, e che sia sufficientemente appassionato di suddetto lavoro;
3)non lunatico, simpatico, cordiale, gentile, non arrogante, affabile, sexy, scherzoso, per nulla romantico o ribelle;
4)deve amare cenare fuori perchè so cucinare ma non ha mai voglia di farlo;
5)non deve richiedere smancerie o similia in pubblico o privato;
6)che parli lui perchè io ascolto più volentieri;
7)amante degli animali e assolutamente non fumatore;
8)possibilmente senza famigliari stretti e stracciapalle;
9)residente entro 200km da Frisco;
10)se poi amasse il cinema e il Late Show, il silenzio, DeBussy, la luce delle candele e il prosecco...

Per ora basta. Direi che è pure troppo. Sebbene sono ormai convinta che non esista accetto candidature spontanee. No perditempo e no legami troppo seri o coinvolgenti.

Ho la febbre è certo....

giovedì 7 gennaio 2010

Too

La notte insonne si fa sentire, ho la testa che scoppia, che mi sembra troppo piena, non ci sta più nulla, troppi numeri, cifre, conti, ma nessun pensiero. E' quello che volevo. A tutt'oggi nessuna mail, chiamata o messaggio, Silenzio totale.
In fondo lo so che è meglio così, perchè sono pessima.
E volevo non parlarne, ma anche con Ash non va bene. E' scandalizzata. Non so come fare a spiegare la concezione americana dei rapporti umani (soprattutto dopo una notte insonne). Insomma c'è una sorta di buonismo di fondo, stile film di Natale, una sorta di perenne politically corret (bleah!!) che a volte mi fa saltare i nervi. E così mi dice devi chiamarlo, devi cercarlo, scusarti, fare di più. Vorrei, non ce la faccio, non sono io! E' più giusto salvare un rapporto violentando la prorpia personalità, il prorpio modo di essere di sentire o restare soli ma fermi sui prorpi piedi?? Insomma, io sono fatta così, non sono espansiva ma chiusa, spinosa a volte, cosa ci devo fare? E Ash trova innamissibile che io non faccia nulla per riprendermelo. Vorrei tornasse, lo ammetto, ma io non cambio, non sono disposta a farlo perchè non so farlo! Non so sono linee rette in me...solo spigoli.

Devo dormire devo dormire devo dormire

Sono cotta, non capisco praticamente più niente, ma sono inquesta, non riesco a fermarmi, a stendermi. Sono agitata. Mah. Alla fine Andrea ha risposto alla mia mail. Carino, molto gentile come da vera educazione cattolica (vabbè lasciamo stare) ma mi ha fatto piacere. Mi ha anche detto, scrivimi ancora, parliamo un pò, alla fine non credo ci sia niente di male. Oddio, a dire il vero non lo so Andrea, non lo so proprio... Invece il mio amico di venezia mi ha scritto una mail molto vivace, che mi ha fatto sorridere, e ne avevo bisogno. Mi dice che dopo essersi laureato c'era così tanto lavoro (è ironico) che è andato a fare il fornaio da suo zio. E meno male che c'è quello. Eppure io me lo vedo a fare il pane, di notte, con il silenzio sui canali, e mi sembra che non ci sia niente di pù bello al mondo. E poi mi dice, dai vieni a trovarmi (come se ci volesse mezz'oretta di autostrada....) che ci facciamo un bel giro, magari andiamo a Jesolo a ballare! A Jesolo ci andavo d'estate con mia sorella, in un mini albergo sul mare, e ci divertivamo come pazze, avanti e indietro per quella sorta di lungomare. Devo smettere di ricordare, di pensare, devo solo dormire un pò...

mercoledì 6 gennaio 2010

Come filo spinato sul cuore....

"(...) l'estati in cui stavamo dai nonni, e dopo pranzo uscivamo sul balcone della cucina, all'ombra del ciliegio, e il nonno fumava sonnecchiado... ora hanno tagliato il ciliegio, e per una volta sono stata delice che il nonno fosse morto, per non vedere lo scempio che hanno fatto, al ciliegio, al fico e all'alloro... (...) le notti invece che uscivo ancora con il Luca, e tornavo e venivo nella tua stanza e stavamo a parlare sedute sul letto, sottovoce per non svegliare nessuno, e a volte ti portavo le brioss ancora calde del forno notturno(...)quando preparavamo gli esami e ci interrogavamo a vicenda che sembravamo ancora alle recite di natale delle elementari, le domeniche che papà non lavorava e tornava a casa dal corso con le paste, e la mamma con le sue lasagne per dieci persone almeno!(...) Sono le cose che mi mancano, a volte mi sforzo di ricordarle e mi si ripropongono con una intensità che mi fa male, altre volte non mi appare nulla, come la tua voce, non quella distante al telefono, la tua vera voce, a volte fatico a ricordarla...eppure mi manca, mi manca tutto di te, la tua testardaggine, il tuo essere così dannatamente lunatica, la tua forza e la tua perenne costanza, persino la tua malattia, a volte persino quella...(...) a volte vorrei così tanto dirti solo torna a casa, torna a casa, e se non vuoi farlo per te stessa,per il poco rispetto di te che ancora spero tu abbia, per la mamma, per il tuo dolore che sento ancora a migliaia di km di distanza, torna per me, per il bene che ti voglio, per il tuo essere più sorella rispetto a nostro fratello, perchè a volte ho ancora voglia, una voglia straziante, di quelle chiaccherate nel cuore della notte...(...)

martedì 5 gennaio 2010

Al posto della testa voglio una lampadina

Ancora mezz'oretta e me ne vado a casa. Basta Mart, ieri ho fatto una scorta per un anno! Voglio andarci il meno possibile, detesto fare la spesa! Mi sento un idiota circondata de gente che vuole rifilarti miliardi di cose di cui non hai bisogno!
Vabbè. Peggy Sue della segreteria mi ha detto che ho una faccia che fa paura, che sono grigia, ancora un pò mi usava per Halloween...dico si è vista lei??? Ma ha anche ragione. Il mio mitico capo Jeff mi chiama nel suo ufficio e mi chiede se è vero che ci siamo lasciati con il newyorkese. No, mi ha mollato lui, è diverso. Ma è una cosa sicura? Insomma, magari solo una pausa... non lo so, due mattine di nessuna mail del buon giorno, due sere di nessuna mail della buona notte, nessuna telefonata in pausa pranzo... è che mi fa così strano...Allora non lo vuoi più il trasferimento a NY? chiede. No, non l'ho mai voluto. Voglio stare a Dallas. Vuoi ferie? No, no, voglio lavorare, tanto. Voglio miliardi di note spese da spuntare, voglio registrazioni a iosa e libri, libri e ancora libri i cui totali non tornino. I numeri mi aiutano, la testa non pensa. Ma non a lui, lui (diciamocelo) alla fine ha agito così perchè era alla frutta, non ne poteva davvero più. E io lo posso capire, sul serio. Mi scoccia il contesto, ecco, mi fanno male i pensieri che mi turbinano in testa, le parole incastrate in gola, i sentimenti, ecco, i sentimenti. Ce li ho? Mi son persino chiesta. Sarò una sociopatica? Sarò emozionalemente frigida? Mah. Cmq dare una definizione a un dolore non lo rende sopportabile.
Ah si, Jeff. Mi dice alla fine, se vuoi verso marzo ci sono dei corsi di aggiornamento a San Francisco. Vuoi andare? Si, va bene, vado. Tanto San Francisco non l'ho mai vista.

PS: devo ancora elaborare la mail della mia mitica sorella, una mail piena di amarcord come solo lei poteva fare... e ho scritto pure a un amico veneziano e ad Andrea... ma non mi ha ancora risposto...credo stia calibrando gli insulti...

lunedì 4 gennaio 2010

Sorelle

Fra le altre cose mi ha scritto "...Ho tanto male alla mia segatura..."
...............

Che cavolo vuol direeeeeeeee???


Però è molto bella, se non la intendi come "Ehi, ho segatura al posto del cervello..."

2010

Non ho scritto nulla in questi giorni. Per tanti motivi. Non ho voglia di pensarli.
SOno le tre di notte e non ho provato nemmeno a mettermi a letto, fatica inutile. Ho svuotato le valigie fatto lavatrici liste della spesa liste di cose da fare al lavoro... Non so nemmeno cosa scrivere poi... è dura.
Alla fine mi ha mollata credo che la frase sia esatta.

Mi ha accompagnato all'aereoporto e già aveva una faccia che faceva spavento. Arriviamo lì, c'è ancora un sacco di tempo prima del volo, io parlo a vuoto, penso alla mia casa vuota, al lavoro cose così insomma. E lui esordisce e mi dice una cosa che mi ha fatto male, sul serio. "Mi ero ripromesso di non fare questi discorsi nei giorni che sei stata qui, e ci sono riuscito. Ma ora non riesco più...." Mi dice che ha parlato un pò di quello che sente con un suo amico della palestra. Gli ha consigliato di trovarsi una ragazza a NY e poi farmelo sapere. Io son rimasta così male che l'ho richiamato solo con il suo nome, non mi usciva neppure altro. E poi l'ho richiamato dicendogli che mi dava fastidio che parlasse con altri dei nostri problemi. La cosa più intelligente che potessi dire, certo...
Insomma, con lo sgurado triste mi dice "Eileen io non ce la faccio così..."
Poi fa un altro discorso, non solo sulla lontanaza ma sul sentirsi vicini, sul dare affetto o qualcosa di simile perchè io non ascoltavo più. Perchè avevo già capito che era finita, lì in un aereoporto.
E credo, siccome non mi esce niente, mi dice solo "Take care" e mi lascia ad aspettare il volo.
Avrei dovuto chiamarlo, avrei dovuto anche solo rispondere qualcosa, che so, che mi importa in fondo, che magari avevamo solo bisogno di tempo. Invece son stata lì a guardarlo andar via.

Il fatto è che non sono triste per lui. O meglio, certo mi ha fatto male eppure io me lo aspettavo, le avvisaglie c'erano, ci sono state coisì come i problemi.
Ma dopo sei ore (di volo e di analisi), io in fondo non lo amavo neppure. E' tremendo da dire lo so, ma ci ero affezzionata, ma tutto qui. La cosa pe cui ora mi sento così...svuotata credo, sebbene sia una parola che odio, è perchè ho fallito una volta ancora nella stessa medesima direzione di sempre. Perchè non so dare nè darmi. E ora sono ancora più sola.

Ho scritto una mail lunghissima a mia sorella, alla fine non avevo voglia che di parlare con lei. E fra meno di tre ore ormai suonerà la sveglia, dovrò prendere l'auto e andare in ufficio, a parlare, ridere..cose di cui non ho voglia. Cose che non mi fanno bene. Oggi vorrei una cosa assurda, vorrei un caffè espresso italiano autentico e una giornata per Venezia, vorrei essere a Punta Dogana, o a Canareggio, in fondo dopo i giardini, a guardare San Giorgio e il mare, con il vento che mi sferza il viso.
Invece ho tre ore silenziose in una casa vuota.