domenica 2 gennaio 2011

Riassunto delle puntate precedenti

30/12/10 Devo solo fissarmi su una cosa...
domani finisce l'anno
non finisco io.

"Voglio diventare Mercoledì Addams! Io sono un'Addams!"

31/12/2010 e' il modo in cui cede... consapevole e incosciente insieme... il modo in cui s'abbandona e poi lotta e poi perde e poi crede ancora... il modo in cui s'arrende... dal basso dell'illusione del mio essere migliore... guardo, mi stupisco... c'e' fascino nell'errore... c'e' perfezione... insospettabile


sei venuto dov'ero e le tue porte erano spalancate... sentivo i passi del tuo sangue sotto le mani e un sole rosso mi e' bruciato nelle palme... sei arrivato e sulla bocca mi e' spuntato un fiore o una fragola oppure ho respirato fuori del fuoco... ma non ho detto niente e ho lasciato che il mio corpo dondolasse piano intontito... ho girato lo sguardo dappertutto e ho cercato mille volte il tuo... una luce come di briciole o di scintille di natale, scaglie di vetro, bagliori di resina, tutto tra le tue ciglia e ora una notte dorata... piu' viva d'una spina improvvisa... dopotutto me lo merito.

'punto'. c'e' stato uno che mi ha messo in mano un sasso e m'ha detto di non buttarlo via.. perchè c'e' gente che continua a sognare che le cose rimangano e allo stesso tempo desidera che cambino, con un sasso. allora penso che siamo qui per questo gioco innocuo a chi dimentica prima, a chi ricorda di più, a chi sa saltare sui massi nell'acqua guardando in aria... a chi cade più dolcemente.. perchè e' dolce cadere “cadi con me” mi ha detto un altro e mi ha cercato le labbra.. lui non lo sa ma sono rimasta in piedi.. anche quando mi baciava le tempie come se fossi una bambina stupida che rimane sulla porta. c'e' un abisso fra noi e gli altri.. fra noi stessi e le nostre mani.. e non bastano pugni a stringere sassi bianchi.. ne' gambe nude su gambe nude a condividere il freddo dell'alba sulla spiaggia o sulla terrazza di un hotel favoloso.. non basta lo sguardo nella stessa direzione.. nemmeno una risata improvvisa nello stesso silenzio.. perchè ognuno nasconde la vergogna di un desiderio inumano.. inappagabile.. di cose mai sentite, lette, guardate.. mai inventate.. e di pelle, respiri e movimenti lenti sono pieni i giorni e le notti e tutti gl'occhi.. c'e' un abisso fra noi e gli altri.. e se ogni incontro e un tentativo non e' mai una confessione..

01/01/11 si parlava seduti al tavolo e io continuavo a fissargli le mascelle e poi il naso e credo che se ne sia accorto... e piu' tardi la citta' era fredda e vuota e noi si camminava con addosso lo stesso profumo e senza meta... ho fumato cosi' tanto che non ricordo precisamente quando mi ha messo le braccia intorno alla vita fino a stritolarmi e senza parlare... poi e' stato il momento di guardargli la schiena, seduta fra le sue cose, mentre pensavo che adesso il mio corpo aveva un peso e una statura diversa... pensavo al modo in cui mi percepiva, cosi' in piedi tra l'armadio e il letto... con i piedi sul parquet che lui calpesta ogni mattina scalzo... pensavo che ogni cosa e' nuova finche' non diventa vecchia, e ho avuto paura della banalita' del mio pensiero tautologico... perche' mi piaceva troppo quell'armadio biancastro e il piumone a verde e rosa e verde e mi piaceva il profumo della stanza e la camicia bianca vista da dietro... e il modo in cui mi sovrastava di parecchi centimetri in un ambiente cosi' piccolo... nuovo e vecchio... tutto e' gia' visto eppure fa ancora vacillare... allora gli ho detto che non ero stanca, che avrei sopportato il sonno e il freddo... che avrei ascoltato ancora quel cd e anche la luce del lampione... che avrei sorriso tutta la sera e sarei stata divertente e avrei ancora chiuso gli occhi nel modo che adora e socchiuso le labbra sovrappensiero... solo per averlo addosso senza fiatare... per sentire che esiste un modo per decidere di essere niente, ed essere niente... eppure girare in una vertigine senza nome e senza vergogna.

mezzmisure mezzisorrisi mezzeemozioni mezzi e mezzucci. basta.. solo perchè sono troppo viva e faccio fatica ad addormentarmi tanto mi batte il cuore.
sembra la fine del mondo.. un anno in una manciata di giorni.. una stella cadente sulla testa.. fiumi e laghi luminosi nella gola.. sembra la notte del mio compleanno di tanti anni fa.. lenzuola elettriche e scie colorate nell'aria del sogno.. sembra che succeda qualcosa... ma non succede niente eppure rido con un'unica fossetta.. e' come affacciarsi da un balcone sui colori del centro .. di sabato alle 11 di mattina.. solo perchè sono troppo viva.. ed ho combattuto sicuramente una battaglia che non ricordo.. sono una sopravvissuta.. una spia sull'aereo del ritorno.. faccio fatica ad addormentarmi.. ancora e ancora e ancora.. e' tutto fra le mie mani.. talmente grande che non so cos'e'.. ed e' stupendo..

domani domani. adesso raccolgo qualche pezzo dimenticato... mi porto a letto quel poco che rimane... che vuole avere il mio nome... e domani, di nuovo, i sorrisi e le cose che trovo per la stanza e chissàdichiera prima di parlare di me.. domani la strada e la voce e la voglia... adesso una mano a fermare il respiro sul petto… passo in rassegna ogni angolo... tutti i fiori delle stampe... i titoli dei libri… gli oggetti che qualcuno ha scelto per farmi sapere chi ero ai suoi occhi.. ogni parola per una mia guancia rossa, per una mia notte agitata.. e domani dimentico.. chi sono, chi era, chi erano, chi sei.. se non può toccarmi non può far male

02/01/2011 odore nuovo dappertutto, che a scavare negli anni passati non lo trovi... la cioccolata, i biscotti secchi che raschiano la gola, le tende intrise di fumo e i caffe' che bruciano le dita e fanno bene, i plaid a quadri sul divano e i telefilm di serie b delle 6 del pomeriggio, l'odore del cavolfiore da mia madre che risale le scale, la vestaglia sempre addosso e tanti potrei potro' potessi... non e' piu' questo il mio inverno... non e' una castagna al forno che ti spacca un dente... non un profumo, un sapore, un'idea... ora sono qui e com'e' strano sentirmi tutta intera, come fossi un'altra, una di altri sorrisi e poche parole... di sguardi fugaci alle stelle e piedi piantati a terra... una volta ero un albero che poi s'e' sciolto di petrolio scuro sul pavimento... ora ho pensieri anche sulle dita che lo accarezzano e come tutti imparero' a portare guanti di lana.. per coprirmi anche dal freddo...

gli spiego' che sarebbero sopravvissuti, forse disse solo 'sopravvivremo' e non aggiunse altro. a lui parve strano sentirselo dire tra i rumori della strada e le foglie morte che parlavano di vita, eppure ci fu un brivido o un clacson o un istante lungo senza nome che risaliva dai piedi ai capelli, perche' il tempo ci passa sopra e attraverso, e quanto piu' intangibile e' il tempo tanto piu' nessuno potrebbe mai contraddirmi. 'sopravvivremo' disse guardandosi le scarpe e il piede nella fossa di lui, mentre io ero da qualche parte con una gonna nera che mi copriva le ginocchia a cercare la giusta posizione per accavallare le gambe e non essere volgare. e sopravvissi anche io ai miei tempi nuovi che se ti fermi solo un giorno sono gia' vecchi di secoli, gia' visti in bianco e nero e cestinati che ti sembra strano poter ancora aprire gl'occhi e ragionarci su per qualche strana e viscerale ragione che non puo' che spaccarti in due tra vecchio e nuovo, viscido e puro, ombroso e luccicante e per quanto cosi' vicina ovvia e incotrovertibile sia la voglia di avvicinarsi al lato positivo... pure si sguazza ancora nel fango, e ironia della sorte si sopravvive.

allora squillo' il telefono come ogni sera e pomeriggio e notte e lei rispose. la bocca impastata di sonno e un languore in tutto il corpo, non una cellula in silenzio a nascondere l'abbandono, eppure muta sedeva sulla trapunta gialla e ascoltava come chi non ha niente da dire o da contraddire, una sera della corrente piu' impetuosa e sommersa e sentire 'non e' tutto perduto' quando invece e' tutto sepolto dentro. rispose e provo' anche una piccola gioia, perche' la voce dall'altro lato nella sua immutabile ottusita' rimandava al suo stomaco il dolore perfetto di chi si scontra con i percorsi ciclici e insolubili, ogni 'ciao' un colpo tra l'estasi e lo sgomento... ogni 'tesoro' un tesoro sommerso. non bisognerebbe rimescolare il fondo di nessun essere umano.
il fatto e' che tra l'ironia alle volte sfocia in un modo perverso nella demagogia. altre volte irrita, se forzata e reiterata all'infinito. della tristezza invece non ti stanchi mai, perche' e' di quanto piu' naturalmente ironico possa esistere (rileggersi melodrammatici e sorridere e non sapere quando si finge).

8 commenti:

  1. ...non ci ho capito un emerito tubo :D com'è giusto che sia...ma proprio x qs mi è piaciuto...e mi sei piaciuta tu, sei calda ed emozionante...parole che sfiorano e bruciano...Buon Anno Eleonora :)

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  2. :) Buon Anno anche a te Pandora!

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  3. eh? non ci ho capito una mazza Ele! però ti abbraccio lo stesso! :)

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  4. E' un misto di tutto, ricordi, passione, cose non dette emozioni chiuse all'interno dell'anima, voglia di amore e di amare. Ripetizioni infinite eppure nuove o vecchie, atteso e disatteso. Essere niente eppure tutto. Buonanotte!

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  5. Ehi... che blog :)
    L'ho scoperto e letto tutto d'un fiato!Complimenti scrivi molto bene,potresti metterci su un libro con questo materiale di base :)
    Non si può dire che la tua vita sia noiosa.. ma questo ultimo flusso di coscienza cela un ritorno di Andrea? Che curiosità :)
    Continua a farci fantasticare ;)

    Emerald Bar

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  6. vorrei fare la splendida e dire che ho capito tutto ma.. ecco no, non ci ho capito un beneamato! però sono convinta che va bene, e questo mi basta :D
    Buon anno Eleonora.
    Di vero cuore

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  7. Sigh! Sono troppo ermetica, ecco, come sempre..ma scrivere questi post è sempre una tentazione troppo forte!
    Cmq per rispondere a Emerald, che purtroppo si è messo come anonimo, ho pensato di farne un libro di questo blog, e più volte mi è stato consigliato, ma dico la verità, non saprei nemmeno da che parte cominciare, nè a chi possa poi interessare! Per cui temo resterà un'idea...

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